Morbido, lucente e fluente. Il manto felino è un simbolo di bellezza e salute. Per ogni gatto il mantello è un tratto distintivo, indicatore non solo della sua appartenenza ad una razza, ma anche del suo benessere.
Il gatto, infatti, può andare incontro ad alcune malattie della pelle, che possono manifestarsi con anomalie del pelo. Diventa quindi fondamentale riuscire a riconoscerle e curarle al meglio.
Le malattie della pelle e la perdita del pelo sono fra i principali problemi che colpiscono i gatti e che inducono i padroni ad un consulto veterinario. Alopecia, lesioni da grattamento, mutazioni nel colore, sono alcune delle patologie che possono affliggere il mantello felino e che richiedono opportuni trattamenti. Anche la perdita del pelo, quando si verifica anche oltre i classici periodi di muta, può indicare una malattia in corso, come una dermatite o una micosi.
Il gatto perde il pelo ma non il vizio, recita un famoso proverbio. La perdita del pelo nel gatto, infatti, è un fenomeno assolutamente normale e fisiologico: tutti i felini ogni anno affrontano la muta del manto. In questa occasione la perdita di pelo può essere davvero abbondante tanto da riscontrare ciuffi di pelo in ogni angolo della casa.
Tale fenomeno si verifica con regolarità in autunno e in primavera, proprio come negli esseri umani, nei quali è appunto riscontrabile una perdita di capelli più copiosa che negli altri mesi dell’anno. La muta del gatto gli permette di adattarsi alla stagione in corso ed è quindi un fatto che non deve assolutamente allarmare il padrone, che dovrà preoccuparsi soltanto di spazzolare l’amato felino con maggiore frequenza.
Se però il gatto perde il pelo a chiazze lasciando parti del corpo completamente prive di pelo, se il manto è opaco, e si lecca oppure si gratta con insistenza nelle parti del corpo in cui il pelo risulta diradato, allora c’è qualcosa che non va.
Tra le patologie dermatologiche più frequenti che un gatto può contrarre, specialmente se è un gatto gironzolone, vi è la rogna. La rogna del gatto è una malattia parassitaria, provocata da alcune specie di acari che causano un fastidioso prurito. Gli acari tendono a distribuirsi nelle zone dell’orecchio, della testa, del dorso e delle zampe, nutrendosi della pelle del suo ignaro ospite, scavando in taluni casi persino delle gallerie nelle quali depongono le uova.
Esistono diversi tipi di rogna: la rogna sarcoptica detta anche scabbia, altamente contagiosa e non è stagionale; la rogna otodettica, detta anche rogna auricolare perché di solito colpisce l’orecchio, dal quale fuoriesce del cerume scuro; la rogna notoedrica detta anche scabbia felina colpisce specialmente i randagi. Inizia dall’orecchio, dal padiglione (non dall’interno) e poi colpisce testa, collo e le altre parti del corpo; è molto pruriginosa, e di solito le zone interessate si ricoprono di croste a causa del grattamento del gatto.
La rogna demodectica è causata da un acaro che vive nel bulbo pilifero e se prolifera troppo fa cadere il pelo a grandi chiazze, rendendo il gatto spelacchiato; È detta anche rogna rossa perché rimangono delle grandi aree arrossate. Naturalmente in presenza di una malattia simile è fondamentale recarsi dal veterinario di fiducia che provvederà a somministrare degli antiparassitari specifici.
Anche i gatti, nonostante il loro pelo, sia vettore stesso di molte allergie nell’uomo, possono essere soggetti ad allergie. Nelle allergie il sistema immunitario risponde in maniera esagerata a delle sostanze con le quali entra in contatto, riconoscendole come nemiche. Nel caso del gatto potrebbe trattarsi di qualcosa presente nell’aria o nell’ambiente: polveri, pollini, oppure di qualcosa all'interno degli alimenti. Alcune sostanze presenti nel cibo per gatti, infatti, come conservanti, coloranti o aromi possono provocare reazioni allergiche nel gatto, manifestandosi attraverso un prurito intenso.
La dermatite nel gatto può essere di tipo allergico, quando è provocata ad esempio dalla presenza di pulci, oppure da cause di tipo alimentare. In taluni casi il felino può essere colpito anche da una dermatite da stress, che si palesa con prurito, agitazione, continui grattamenti e graffi. In questo caso è fondamentale individuare la causa dello stress per poter intervenire e risolvere il disagio.
Quando un gatto ha prurito patologico, inizia generalmente a leccarsi in modo ossessivo. Le motivazioni che possono portare al prurito sono da ricondursi alla presenza di parassiti, come le pulci, di funghi o di altre allergie.
È necessario osservare dove si concentra il prurito del gatto che, il più delle volte, è localizzato nella testa e nel collo, originando lesioni auto indotte di vario tipo.
L’aumento del leccamento e la maggiore intensità generano una forma di alopecia che tende a distribuirsi con maggiore frequenza sul dorso e sui fianchi. Il mordicchiamento e lo strappo del pelo invece si localizzano in forma di alopecia più su dorso e addome.
Le micosi rappresentano uno dei disturbi più fastidiosi e dolorosi per l’amato felino. Tra le più note c’è la dermatofitosi felina, conosciuta anche come tigna, causata dalla presenza di funghi detti miceti, che si insediano tra i peli e bulbi piliferi dell'animale. I sintomi possono variare a seconda della razza del gatto: in alcuni casi può portare ad un'alopecia, in altri può rendere il pelo più fragile e delicato.
Il gatto con forfora o con un'eczema ha molto probabilmente una micosi in atto, che può associarsi anche alla presenza di piaghe, lesioni nodulari, follicoliti e in alcuni casi possono interessare anche le unghie.
Anche i gatti possono essere soggetti all’acne felina. A differenza degli esseri umani però, che vengono colpiti da tale patologia soprattutto in fase adolescenziale, l’acne felina può colpire i gatti di ogni età ed interessa tipicamente la zona del mento e del labbro inferiore.
L’acne del gatto è un’infiammazione delle ghiandole localizzate attorno al muso dell’animale che hanno il compito di produrre e rilasciare il sebo, utile per mantenere la pelle idratata. Può accadere che le ghiandole producano troppo sebo, che resta intrappolato nel follicolo, ostruendolo. Si assiste in questo caso alla formazione del classico punto nero, che co tempo può infiammarsi o infettarsi, creando croste e sanguinamenti.
Nella maggior parte dei casi, sarà necessario disinfettare periodicamente la zona, seguendo le indicazioni del proprio veterinario. In presenza di pus o ferite infette, potrebbe essere necessario applicare delle pomate antibiotiche o ricorrere all’utilizzo di antibiotici per via orale.