Gli studi provano che le coccole danno benessere a chi le fa e a chi le riceve.
I grattini sulla gola e pancia vincono. La coda non si tocca mai.
Per i cani (come per noi umani) le carezze sono un toccasana: molti studi dimostrano che regalano benessere psicofisico sia a chi le fa, che a chi le riceve.
Certo, ogni padrone dovrebbe sapere, con l'esperienza, dove e come toccare il proprio cane, magari dopo averlo imparato a sue spese: non tutte le coccole sono uguali, ogni esemplare ha le sue zone preferite e anche il modo in cui lo si coccola può provocare reazioni di ogni tipo.
Imparare a conoscere il cane e capire che cosa gli piace e che cosa lo mette a disagio è la base.
Ciò detto, ci sono indicazioni generali che valgono più o meno per ogni cane, e che bisognerebbe sempre prendere in considerazione soprattutto se si ha a che fare con un esemplare sconosciuto, o se si sta prendendo confidenza con il proprio nuovo amico.
Ecco quindi una sintetica guida alle carezze nei punti giusti.
Le carezze a mano aperta sulla testa possono sembrarci un gesto di affetto, ma per il cane sono un segno di dominanza e autorevolezza: non tutti i cani lo apprezzano, a meno che il gesto non venga dal padrone con il quale ha confidenza. Iniziamo inanzitutto a porre la mano in basso, e a farci annusare avvicinandola delicatamente al muso dell'animale.
Lo si può considerare come una continuazione della zona golare, e i cani apprezzano i grattini sulla gola.
Un cane che offre la pancia scoperta alle coccole del padrone (o addirittura di un'altra persona) è un cane tranquillo e che si fida di chi ha di fronte.
Se state coccolando un cane e questo si gira sulla schiena, grattatelo pure sulla pancia: apprezzerà molto.
Non è una zona particolarmente sensibile e anzi a molti cani dà fastidio essere toccati qui.
Sulla schiena e sui fianchi: meglio di no.
Non è una zona particolarmente sensibile e anzi a molti cani dà fastidio essere accarezzati qui.
La coda è una delle zone più sensibili del corpo di un cane, oltre a essere un potente strumento espressività.
Articolo e grafica a cura di Marica Innocente